L’artroscopia di gomito, come quella di polso e spalla, è una tecnica chirurgica che può avere funzione sia diagnostica che terapeutica.
Al contrario della tecnica classica (chiamata open, cioè aperta), permette di non dover aprire la parte anatomica per poterla operare.
L’artroscopia consente di indagare e/o intervenire sull’articolazione attraverso piccoli forellini entro cui si infilano strumenti chirurgici particolari, guidati da una telecamera che invia le immagini su un monitor.
Queste sono ingrandite fino a 8/10 volte rispetto alla dimensione reale dell’articolazione, consentendo al chirurgo una massima precisione nei movimenti dell’intervento.
Come l’artroscopia di spalla, anche quella del gomito si è sviluppata negli anni ’80, ma ha avuto una evoluzione più lenta rispetto alla prima.
Ciò è avvenuto, principalmente per due motivi:
I vantaggi dell’artroscopia di gomito sono legati al limitato danno biologico chirurgico provocato da questa tecnica (ricordiamo che si esegue con dei piccoli fori laterali e posteriori sul gomito) e dalla possibilità di poter vedere anche nei più piccoli anfratti dell’articolazione.
Per poter mettere in atto le varie procedure chirurgiche attuabili con la tecnica artroscopica (tecnica altamente specialistica) bisogna seguire corsi di formazione specifica, che comprenda studio e molte ore di pratica, con una curva di apprendimento piuttosto lunga: ed è forse questo il vero svantaggio dell’artroscopia, insieme ai costi, che sono sicuramente maggiori rispetto alle tecniche chirurgiche classiche.
Tutto ciò rende l’artroscopia di gomito particolarmente indicata per la cura delle seguenti patologie:
Una delle condizioni patologiche che possono inter